Cantina I Mandorli

Cantina I Mandorli nasce nel 2002 nell’Alta Maremma toscana, più precisamente a Suvereto, antico borgo di origine medievale del livornese tra la rinomata zona di Bolgheri e la selvaggia e incontaminata Maremma, per merito di Massimo Pasquetti che dopo aver visitato alcuni ettari di terra, rimane affascinato dalla bellezza del terroir di Suvereto, e ne diventa proprietario.
Nel 2003 vengono piantati i primi vigneti di Sangiovese nella parte a nord-est, mentre nel 2004 a sud-est, le prime vigne di Cabernet. Oggi la realtà agricola ha ampliato di circa 2 ettari i propri impianti con nuove vigne di Cabernet esposte verso il mare, posizionate ad anfiteatro per raccogliere i raggi del sole dell’intera giornata, e nuovi innesti Sangiovese e Aleatico su viti di Malvasia di Brindisi. Infine una piccola parte di Vermentino Corso è entrato a far parte dei vigneti. Massimo ha voluto anche negli ultimi anni intraprendere un nuovo progetto e, innamoratosi di Pantelleria, ha deciso di acquistare un ettaro sull’isola, producendo anche una nuova bottiglia con le uve refrigerate arrivate via nave.
Il territorio che ospita le vigne è caratterizzato da un sottosuolo roccioso, ricco di oligoelementi, assolato, sui cui spira una brezza costante, che avvolge la tipica macchia mediterranea che circonda i vigneti, situati a circa 300 metri sul livello del mare ed esposti su due appezzamenti: uno a sud che guarda il golfo di Portoferraio e l’Isola d’Elba e l’altro a nord che si affaccia sull’entroterra toscana.
In vigna tanta è l’attenzione, si lavora in biodinamica, niente antiparassitari e concimi chimici, sovesci e preparati biodinamici, rispetto dei cicli produttivi e vendemmia manuale.
In cantina si trova circa quello che ci sarebbe stato un secolo fa; si usa la tecnologia moderna solo per l’igiene e i controlli, il resto segue il processo naturale. Si usa il legno meno tempo possibile, si preferiscono le normali botti vetrificate, che sono sicuramente meno estetiche (all’esterno si vede solo il cemento che protegge l’anima di vetro) ma lasciano il vino ad invecchiare solo a contatto col vetro, senza rilascio di aromi aggiuntivi. I vini seguono le fermentazioni spontanee, sono senza solfiti aggiunti, non filtrati e hanno una finezza e delicatezza unica, che mette in risalto le note del varietale intrecciandole alla tipica macchia mediterranea della zona.

Cantina I Mandorli

Cantina I Mandorli nasce nel 2002 nell’Alta Maremma toscana, più precisamente a Suvereto, antico borgo di origine medievale del livornese tra la rinomata zona di Bolgheri e la selvaggia e incontaminata Maremma, per merito di Massimo Pasquetti che dopo aver visitato alcuni ettari di terra, rimane affascinato dalla bellezza del terroir di Suvereto, e ne diventa proprietario.
Nel 2003 vengono piantati i primi vigneti di Sangiovese nella parte a nord-est, mentre nel 2004 a sud-est, le prime vigne di Cabernet. Oggi la realtà agricola ha ampliato di circa 2 ettari i propri impianti con nuove vigne di Cabernet esposte verso il mare, posizionate ad anfiteatro per raccogliere i raggi del sole dell’intera giornata, e nuovi innesti Sangiovese e Aleatico su viti di Malvasia di Brindisi. Infine una piccola parte di Vermentino Corso è entrato a far parte dei vigneti. Massimo ha voluto anche negli ultimi anni intraprendere un nuovo progetto e, innamoratosi di Pantelleria, ha deciso di acquistare un ettaro sull’isola, producendo anche una nuova bottiglia con le uve refrigerate arrivate via nave.
Il territorio che ospita le vigne è caratterizzato da un sottosuolo roccioso, ricco di oligoelementi, assolato, sui cui spira una brezza costante, che avvolge la tipica macchia mediterranea che circonda i vigneti, situati a circa 300 metri sul livello del mare ed esposti su due appezzamenti: uno a sud che guarda il golfo di Portoferraio e l’Isola d’Elba e l’altro a nord che si affaccia sull’entroterra toscana.
In vigna tanta è l’attenzione, si lavora in biodinamica, niente antiparassitari e concimi chimici, sovesci e preparati biodinamici, rispetto dei cicli produttivi e vendemmia manuale.
In cantina si trova circa quello che ci sarebbe stato un secolo fa; si usa la tecnologia moderna solo per l’igiene e i controlli, il resto segue il processo naturale. Si usa il legno meno tempo possibile, si preferiscono le normali botti vetrificate, che sono sicuramente meno estetiche (all’esterno si vede solo il cemento che protegge l’anima di vetro) ma lasciano il vino ad invecchiare solo a contatto col vetro, senza rilascio di aromi aggiuntivi. I vini seguono le fermentazioni spontanee, sono senza solfiti aggiunti, non filtrati e hanno una finezza e delicatezza unica, che mette in risalto le note del varietale intrecciandole alla tipica macchia mediterranea della zona.

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