Il Gamay è un vitigno a bacca nera originario della Borgogna (Francia), universalmente famoso per i vini del Beaujolais. In Italia la sua coltivazione è limitata ad alcune aree alpine, in particolare la Valle d’Aosta e il Trentino. In Valle d’Aosta, il Gamay è presente da circa un secolo e rientra tra i vitigni autorizzati per l’omonima DOC Vallée d’Aoste Gamay. Nei climi montani italiani, il Gamay mantiene il suo carattere fresco e fruttato, dando vita a rossi leggeri e conviviali.
Caratteristiche
Il vino Gamay valdostano ha colore rosso rubino limpido, di media intensità, con riflessi porpora da giovane. Il bouquet è fragrante e giocoso: emergono vivaci note di lampone, fragolina di bosco, ciliegia e violetta, spesso accompagnate da un leggero sentore di spezie (pepe bianco) e da un caratteristico aroma di caramella alla banana nei vini di macerazione carbonica (simile al Beaujolais Nouveau). In bocca è un rosso leggero, agile, con tannini molto delicati e un’acidità spiccata che gli conferisce grande freschezza. Il sorso è fruttato e sapido, scorrevolissimo, con un corpo snello e un grado alcolico generalmente moderato (1112%). Il finale può rivelare un lieve tono minerale, retaggio dei terreni morenici di montagna. Il Gamay è pensato per un consumo entro pochi anni dalla vendemmia, per goderne l’esuberanza aromatica. In sintesi, è un rosso immediato, fresco e allegro, che ricorda in semplicità un Pinot Nero giovane o un buon Bardolino.
Abbinamenti
La leggerezza e l’acidità del Gamay lo rendono versatile, perfetto per piatti non troppo strutturati, anche a base di pesce o verdure, e per piatti grassi dove l’acidità può sgrassare. In Valle d’Aosta viene tradizionalmente servito con un tagliere di salumi e formaggi locali: l’acidità taglia la grassezza del lardo d’Arnad e della motzetta (carne secca bovina) e i profumi fruttati si abbinano bene alla dolcezza della fontina DOP. Ottimo con la fonduta valdostana (crema di fontina e latte) e con la polenta concia (polenta arricchita di burro e formaggio): in entrambi i casi il Gamay rinfresca la bocca e alleggerisce la ricchezza burrosa. Grazie ai tannini leggeri, accompagna anche piatti di pesce di lago o di fiume: un salmerino alpino al burro e salvia o una trota in cartoccio con erbe sono valorizzati dalla delicatezza del Gamay, che non sovrasta il pesce e pulisce dal burro col suo guizzo acidulo. Con i primi piatti è molto duttile: ideale con risotti (risotto ai funghi porcini, risotto alla toma) e con paste ripiene burrose (agnolotti al burro e salvia), dove funge da piacevole contrasto fresco. Provatelo anche con la soupe à la valpellnentze (zuppa di pane, verza e fontina): qui l’acidità del vino sgrassa il palato dalla fontina e la sua aromaticità fruttata aggiunge un tocco vivace al piatto rustico. In estate, servito leggermente fresco (1415°C), il Gamay può persino sostituire un rosato: accompagna insalate di pasta, carpacci di carne con scaglie di grana e rucola, o anche una grigliata mista di verdure e formaggi. Infine, è uno dei pochi rossi che possono andare d’accordo con piatti di pesce in umido un po’ saporiti: uno sgombro alla livornese (in salsa di pomodoro, pinoli e uvetta) può trovare nel Gamay un curioso compagno, perché i suoi tannini dolci non contrastano il pesce e i suoi aromi di frutti rossi si combinano con l’agrodolce del condimento. In sostanza, il Gamay è un vino da bere in allegria, senza troppi formalismi, che col suo carattere gentile e brioso arricchisce la tavola senza appesantire ideale per pranzi leggeri, apericena a base di stuzzichini e formaggi freschi, o per un picnic all’aperto tra amici.
I nostri vini prodotti da Gamay